Retorica e bon ton

Retorica ed educazione al telefono



La retorica, l’arte di parlare per convincere, nasce nel V secolo a.C. con Gorgia da Lentini. Lentini è una cittadina siciliana vicino a Siracusa, sì. Perché allora la Sicilia e parte del Sud Italia attuale erano la Grande Grecia, la Magna Grecia.

Parlare, comunicare è fondamentale per le fortune politiche di chi vuole governare, comandare o gestire situazioni. Dev’essere così perché gli uomini se ne sono accorti 2500 anni fa.
I Romani adoravano la retorica. Infatti per quasi mille anni insegnarono le Arti liberali.
Cosa erano? La retorica primo.
Poi altre cosucce come: aritmetica, geometria, astronomia e musica. Ma prima la Retorica detta anche l’arte di Ottenere Ragione. Non a caso tra gli antichi Romani che meglio ci vengono a mente ci sono Cicerone, il più grande oratore romano ma anche Marco Porcio Catone che infiammò l’animo di Roma con potentissimi SLOGAN: Carthago delenda est (Bisogna assolutamente cancellare Cartagine). E i romani lo fecero. Ma anche Giulio Cesare fu oratore formidabile. E si dice che se non fosse stato anche superbo condottiero sarebbe ugualmente ricordato come oratore secco e incisivo: Veni, Vidi, Vici.

Oggi, per la maggioranza di noi, il parlare viene normalmente mediato. Il 90% dei nostri messaggi li consegniamo a un media, un mezzo, che amplifica o trasporta nel mondo i nostri segnali, le nostre parole. I media sono: il telefono, l’altoparlante, il mezzo televisivo, la radio e il cinema. E il cellulare: la madre di tutti i media perché tutti li somma e contiene.
I media scandiscono e caratterizzano le nostre fortune o sfortune aziendali e sentimentali. Cioè sono parti fondanti i nostri destini.
Chi non sa scrivere un buon curriculum ha meno possibilità di lavorare, anche se sa lavorare bene.
Il messaggio più comune oggi è quello telefonico. Tutti noi facciamo decine di telefonate ogni giorno della nostra vita e in tal modo: teniamo certe relazioni e ne logoriamo o perdiamo altre.

Il principe dei media, il telefono, ha 10 regole ferree che se non le conosci e non le rispetti fai arrabbiare chi vorresti rallegrare. Eccole, stilate da Marco Conotter studioso eccelso della comunicazione. E in più ha un fratello vescovo.

Ecco le 10 regole del bon ton al telefono:

  1. In chiamata non insistere oltre i 5 squilli
  2. In ricezione rispondi entro il terzo squillo, per quanto possibile
  3. Se cade la linea deve richiamare chi ha chiamato per primo
  4. Non insistere: se non risponde riprovare dopo un’ora, dopo un giorno, dopo una settimana
  5. Presentati sempre con un saluto e scandisci con chiarezza il tuo nome.
  6. Chiedi sempre se la persona ha tempo per parlare
  7. Evita distrazioni: durante la telefonata, evita di fare altre attività che potrebbero distrarre la tua attenzione o disturbare l'interlocutore
  8. Rispetta la privacy: non mettere il vivavoce in luoghi pubblici e non rivelare informazioni personali o confidenziali al telefono, a meno che tu non sia sicuro dell'identità dell'interlocutore
  9. Concludi la chiamata con cortesia: ringrazia l'altra persona per la chiamata e salutala con gentilezza
  10. Sii consapevole del momento: Evita di chiamare troppo presto il mattino o troppo tardi la sera, a meno che non sia un'emergenza. Rispetta gli orari di riposo e di lavoro.


Finita la telefonata tieni conto che, talvolta, l’umano è ancora lì e… origlia.
E talvolta sente: che palle. Uffa. Sono mica…eccetera.
La cosa non porta bene.


Antonio Bicego
Head Hunter
(Cercator di Talenti)